Recensioni
Biodiversità e liste rosse - Monografia
A cura di P.Crucitti, M. Gnecchi e R. Rodomontini
Scienze e Ricerche, suppl. al n° 8 - giugno 2015; 3-43
La monografia costituisce un lungo e articolato contributo per la cui stesura ci siamo attenuti ai seguenti criteri metodologici:
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- alla cura, particolarmente attenta, della terminologia;
- agli sviluppi recenti della ricerca italiana nel settore;
- alla applicazione delle problematiche in oggetto alla situazione dell’Italia come evidenziato dai numerosi esempi.
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Elementi di originalità sono rappresentati da alcuni agili schemi riassuntivi (tabella sui Mammiferi italiani inclusa) nonché dal corredo fotografico di prim’ordine, risultato della selezione dal ricchissimo archivio fotografico della Società Romana di Scienze Naturali. Il contributo costituisce una (tra le numerose) opportunità di approfondimento per gli studenti che seguono l’insegnamento di Biologia della Conservazione dei corsi di laurea triennali, a es. Scienze Ambientali, Forestali, Naturali.
Prof. Pierangelo Crucitti
Pier Francesco Ghetti
CLEUP, Padova, 2002
Il testo, pensato per rispondere alle esigenze didattiche della nuova riforma universitaria, presenta i principi dell’ecologia come concetti di valore universale, utili ad una vasta gamma di profili formativi. I temi trattati sono quelli classici dell’ecologia: ecosistemi, individui, specie, popolazioni, relazioni trofiche, cicli astronomici, geologici, biogeochimici, processi a grande scala, comunità, bioindicatori, paesaggi, biomi, ecologia umana, ecc.
Colpisce, invece, la singolare associazione tra la semplicità del linguaggio, volutamente privo di formalizzazione matematico-statistica, la sua minuziosa appropriatezza (ad es. nel distinguere gli approcci multidisciplinare, pluridisciplinare, interdisciplinare, transdisciplinare), la costante cura etimologica, l’acutezza delle considerazioni, i lucidi e sempre pertinenti richiami filosofici ed epistemologici, l’approccio critico ai metodi d’indagine, le avvertenze sulle possibilità d’errore (tra le quali è inclusa la disonestà del ricercatore, meno infrequente di quanto si creda).
Si tratta di un testo, in “controtendenza” rispetto agli abituali, voluminosi e costosi, che rischiano di diluire e far perdere di efficacia ai principi fondamentali dell’ecologia. Per la piacevolezza e scorrevolezza della lettura, l’efficacia comunicativa, il lucido e aggiornato inquadramento delle problematiche, sempre attento ad evitare ogni semplificazione concettuale, la profonda cultura e lo spirito critico, il volume travalica gli obiettivi propostisi, risultando utile ad una “rimessa a punto” delle conoscenze anche per coloro già dotati di una formazione ecologica.
Per ordinazioni: Libreria CLEUP, Via G. Prati 19 - 35122 Padova (tel. 049 8753496; www.cleup.it).
Giuseppe Sansoni
Biodiversità. Biologia, minacce e strategie di conservazione dei pesci d’acqua dolce indigeni in Italia
Sergio Zerunian
Edagricole, Bologna, 2002
I Pesci d’acqua dolce costituiscono un gruppo faunistico con molte specie endemiche in Italia. Il libro documenta in modo puntuale lo stato dell’ittiofauna indigena delle acque dolci italiane e denuncia, con forza, ma anche con rigore scientifico, le cause che hanno prodotto la critica situazione attuale.
La situazione dei vertebrati italiani desta non poche preoccupazioni, per il consistente numero di specie minacciate di scomparsa. Applicando infatti i criteri dell’Unione Mondiale per la Conservazione, su 494 specie di vertebrati presenti nel nostro territorio, 338 (circa il 68%) sono inserite in un’ipotesi di Lista Rossa; di queste, 199 (circa il 40%) sono considerate minacciate e classificate nelle categorie “in pericolo critico”, “in pericolo” e “vulnerabile”. Tra i diversi gruppi, quello dei pesci d’acqua dolce (Ciclostomi e Osteitti) è nella condizione più critica: su 48 specie presenti, 41 (circa 85%) sono inserite nella Lista Rossa e le specie minacciate sono il 64,6%.
Non è però un lavoro di sola denuncia: il libro contiene un’accurata descrizione della morfologia, della biologia, dell’ecologia delle specie e del loro habitat. I testi sono corredati da tavole a colori delle specie di eccellente qualità e fedeltà curate da Titti de Ruosi.
Un intero capitolo, dedicato alle strategie di conservazione, indica in modo preciso le strade da percorrere per evitare perdite irreversibili come le estinzioni. Un utilissimo strumento, quindi, non solo per i ricercatori, ma anche per le amministrazioni locali e gli Enti competenti in materia di pesca e di ripopolamento, che devono attuare le migliori forme di gestione del patrimonio naturale costituito dai pesci d’acqua dolce.
“Condannati all’estinzione?” Pone quindi solide basi scientifiche per la gestione dell’ittiofauna d’acqua dolce italiana ed è un fondamentale punto di riferimento per suggerire una corretta impostazione di concreti programmi finalizzati alla conservazione delle specie e delle comunità ittiche indigene.
Paolo Turin
Effimere, Tricotteri e Plecotteri
Roberto Messori, Luciano Tosi
Edizioni Fly Line Ecosistemi Fluviali, Modena, 2003
Forse un biologo evoluzionista parlerebbe di convergenza adattativa. Questo libro dimostra come l’interesse per gli insetti acquatici possa accomunare due categorie apparentemente lontane tra loro, i biologi ambientali ed i pescatori con la mosca artificiale (Pam).
I Pam adottano uno stile particolarmente elaborato di pesca, utilizzando come esche imitazioni di insetti di cui i pesci si nutrono. Le imitazioni, fatte di piume, fili, peli ed altri materiali assemblati sull’amo, vengono lanciate con opportuna perizia dove si trova il pesce, il quale, se si farà ingannare in maniera convincente, abboccherà.
In un saggio di quasi vent’anni fa dedicato alla sociobiologia (La sociobiologia, Editori Riuniti, 1986), Vittorio Parisi faceva riferimento ai Pam per descrivere un esempio di trasmissione sociale, entro e tra le generazioni, per via non genetica. L’apprendimento culturale di questa tecnica ha portato, nei secoli, alla creazione di svariate decine di mosche artificiali, ognuna con un proprio nome e con una morfologia ben precisa e codificata. Una sorta di “evoluzione artificiale”, con curiose analogie con quella naturale, ha fatto sì che le esche somigliassero sempre più ai loro modelli, fedelmente imitati nelle loro caratteristiche morfologiche e comportamentali.
Ecco, dunque, il significato di questo libro per i Pam: conoscere da vicino gli insetti “veri”, i modelli originali che rendono possibile la realizzazione del proprio desiderio, catturare pesci in quantità grazie ad una sfida basata non sulla forza fisica, bensì su un gioco di intuizioni. Per questo gli autori hanno operato la scelta –felice– di un’impostazione corretta dal punto di vista scientifico, supportata dai maggiori esperti italiani dei tre ordini di insetti: Fernanda Cianficconi (Università di Perugia) per i Tricotteri, Carlo Belfiore (Università di Napoli Federico II) per gli Efemerotteri e Romolo Fochetti (Università della Tuscia di Viterbo) per i Plecotteri.
Per quanto riguarda la struttura del volume –un’elegante pubblicazione rilegata in carta patinata– dopo una breve introduzione, gli autori dedicano alcune pagine alle generalità sugli Insetti e quindi si avventurano in tre ricchi capitoli, ciascuno dedicato ad un ordine.
Degli Efemerotteri vengono riassunte le caratteristiche generali e presentate due chiavi di identificazione delle forme immaginali a livello di famiglia, oltre alla sistematica aggiornata (2003) delle specie italiane. Ad ogni famiglia è dedicato un paragrafo contenente ulteriori chiavi di determinazione dei generi (forme immaginali), per ciascuno dei quali sono descritte le specie presenti in Italia e le loro principali caratteristiche (morfologia, distribuzione geografica, ecologia). L’ultima parte del capitolo è dedicata alle ninfe acquatiche per le quali si riporta una chiave di discriminazione delle famiglie ed una breve descrizione delle stesse.
Il capitolo dedicato ai Tricotteri, dei tre l’ordine più rilevante per numero di specie (circa 410 censite in Italia), è suddiviso in una parte generale –che affronta le tematiche di morfologia (una parte è dedicata alle ali), l’etologia e la sistematica (sono riportate le chiavi per la determinazione delle famiglie e dei generi delle forme immaginali)– e in una parte speciale, in cui vengono descritte in maniera dettagliata le 17 famiglie, i relativi generi e le specie più comuni che vivono nel nostro Paese.
Infine, una settantina di pagine è dedicata ai Plecotteri, con note sulla morfologia di larve e adulti, sull’etologia, i suggerimenti per la raccolta, nonché le chiavi di determinazione di famiglie e generi. Come per gli altri ordini, per ciascuna famiglia sono descritti i generi e le principali specie presenti in Italia.
Nel complesso, il volume riporta informazioni aggiornate che riguardano oltre 320 specie della fauna italiana. Un ulteriore punto di forza è rappresentato dalle numerosissime (480) fotografie inedite a colori ad alta definizione, sia delle forme adulte che di quelle larvali. Il materiale iconografico è completato da 250 disegni.
I biologi ambientali che, per motivi legati al biomonitoraggio, hanno familiarità con i macroinvertebrati del benthos, potranno trovare in questo libro un’utile integrazione delle guide di identificazione tradizionalmente utilizzate, ma soprattutto l’occasione di allargare le proprie conoscenze entomologiche prendendo confidenza con le loro forme alate.
Sfogliando il libro viene da riflettere –per certi versi con preoccupazione– sul fatto che una pubblicazione di buon livello come questa provenga da un ambito non propriamente legato al mondo della ricerca scientifica. Senza dubbio il libro cerca di colmare un vuoto di conoscenza, degli invertebrati acquatici e delle relative forme alate, che si è creato in questi ultimi anni anche a causa della mancanza di un progetto organico che mobilitasse risorse a favore della ricerca di base ed applicata su questi organismi. Oggi i tempi sarebbero maturi per l’avvio della revisione e per la pubblicazione aggiornata della collana di guide della fauna acquatica del CNR, comparse a partire dalla fine degli anni ’70. L’applicazione della direttiva europea sulle acque, che richiede una valutazione delle biocenosi acquatiche in quanto elementi di qualità dei corpi idrici, non può infatti prescindere dalla disponibilità di un quadro di conoscenze valide ed attuali sulla nostra fauna.
Per concludere con una nota di ottimismo, è confortante pensare che la spinta che ha originato la convergenza adattativa tra biologi ambientali e Pam, di cui si parlava in apertura, non è tanto l’oggetto del libro fin qui discusso, quanto, in ultima analisi, un ambizioso sogno comune: il recupero e la tutela dei nostri fiumi e, più in generale, di tutti i corpi idrici.
Per ordinazioni: Fly Line, c.p. 30 - 41041 Casinalbo (MO), tel./fax 059 573663,
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Pietro Genoni
Pignatti S. (a cura di)
Edizioni ETS, Pisa, 2005
Con questo lavoro si inaugura la collana “Le aree naturali protette” della casa editrice ETS, diretta da Renzo Moschini, noto perché da anni si occupa di questo settore specifico. Il volume rappresenta un interessante contributo al dibattito attualissimo che vede occupati ecologi, ecologi applicati, amministratori, pianificatori e tecnici delle aree protette. Non basta essere bravi ecologi per potersi occupare di parchi e riserve naturali, così come non si possono tralasciare le conoscenze ecologiche quando si amministrano questi settori territoriali sottoposti a tutela.
Nel volume si propone finalmente una serie di contributi, firmati da altrettanti esperti (Pignatti, Alleva, Buiatti, Contoli, Lasen, Lovari, Sammuri, Tescarollo, Battisti), su argomenti di sicuro interesse per lo studente, il professionista, il tecnico, sia esso naturalista o proveniente dalle altre discipline del territorio. Concetto trainante –quello della biodiversità– che viene presentato, dai diversi Autori, con le sue differenti definizioni, articolazioni, componenti (ricchezza, equiripartizione, indici di diversità, alfa, beta, gamma-diversità) e sottolineandone le possibilità applicative (il monitoraggio, l’uso di specie come indicatori, le reti ecologiche, ecc.). Vengono inoltre proposte alcune esperienze e le possibilità di ricerca scientifica nelle aree protette.
L’utilità di una pubblicazione di questo genere è soprattutto quella di favorire lo scambio di concetti e conoscenze fra settori disciplinari che, pur occupandosi degli stessi “oggetti territoriali” (le aree protette), spesso operano ignorandosi reciprocamente (urbanisti, pianificatori ambientali, naturalisti, forestali, ingegneri ambientali, direttori di aree protette, ecc.), sottovalutando così le immense problematiche che insistono dietro alcune forme di pianificazione ambientale.
Si pensi alla pianificazione di rete ecologica che, almeno in una prima fase, è stata interessata dalla redazione di piani che privilegiavano l’aspetto cartografico-descrittivo (le “aree core”, i “corridoi”, ecc.) senza tenere conto delle implicazioni di carattere ecologico e conservazionistico che stavano dietro la necessità di un approccio di questo tipo. In questo settore trasversale, a cavallo tra le scienze del territorio, quelle urbanistiche ed ecologiche, è invece necessario far acquisire le conoscenze di base a tutti coloro che hanno responsabilità in questo settore, prima di operare con strategie che potrebbero dare indirizzi “forti” riguardo alle scelte territoriali, ma fallaci nella loro cogenza.
La scarsa conoscenza di alcuni concetti e meccanismi ecologici di base da parte di chi si occupa di aree protette può portare infatti al fallimento di strategie gestionali. È importante che questi operatori consolidino le proprie conoscenze proprio perché chi lavora nei parchi ha la possibilità unica, oltre che di gestire, anche di studiare struttura e funzione dei meccanismi ecologici al loro interno, nonché quello di compiere sperimentazione sul campo (es., nel restauro ambientale o nello studio dei disturbi antropogenici, delle relazioni con la componente antropica e degli effetti sulla diversità biologica).
Questo libro è sicuramente uno strumento utile in tal senso e può rientrare anche tra i testi da adottare per gli studenti dei corsi in ecologia applicata.
Corrado Battisti